Sila Greca: dove il tempo ha deciso di “rimanere”
La minore delle tre sorelle (Sila Grande, Piccola e Greca), nel nome porta le influenze dell’Oriente che conserva gelosamente: greci, bizantini, basiliani, albanesi e dai suoi personaggi di cui rimane affasciata Pirro, Annibale.
Le sue montagne che si stendono verso il mare, i suoi torrenti, i suoi canyon, i suoi boschi furono nascondiglio di briganti e mamma per i suoi abitanti.
Cerri, roveri e lecci, quasi in successione, ricoprono pianori e conche, versanti ripidi e colline più basse fino ad arrivare al mare.
Ma l’apparente dolcezza dei rilievi nasconde un paesaggio più aspro e impressionante nelle valli strette e rocciose dei suoi torrenti.
Salti d’acqua notevoli come nel medio corso del Colognati e del suo affluente Cerasia, oppure lungo il torrente Laurenzana, a monte di Bocchigliero, costituiscono alcuni esempi spettacolari offerti da questi “canyon”.
Paesi pieni di storia e di tradizioni che conservano gelosamente, la Sila Greca è quel posto dove il tempo ha deciso di rimanere, di fermarsi e contemplare il blu dello Jonio che si perde verso la Grecia.
Da Cariati a Longobucco passando da Pietrapaola a Campana, le pietre nascondono segreti e raccontano la storia di un posto che non si cancella dalla mente.
Dalle miniere d’argento, alle otto torri sul mare agli elefanti di pietra, la Sila Greca è quella forza mai sopita di un popolo che vi aspetta.
Il riflesso del sole al tramonto e quel rosso che accarezza i visi scavati dei suoi agricoltori e dei suoi pescatori, aspetta di essere conosciuta, vissuta e rispettata.
La Sila Greca ti rimane dentro e non ti molla più.
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