I massi de “l’Olimpo Calabrese”
Il Monte Manfriana fa parte della lunga Cresta dell’Infinito che dai versanti orientali del Massiccio del Pollino corre verso occidente, attraversando la cima della Timpa del Principe per salire fin sulla vetta del Serra Dolcedorme: il monte più alto dell’Italia meridionale.
Coperto dal fitto bosco della Fagosa che sale fino in cima lasciando spoglie solo le vette, il versante sud presenta una superficie rada sulla cime, ma ugualmente fitta nell’area sottostante.
Imponente guarda placido il Mar Jonio dai suoi 1981 metri e l’antica città di Sybaris.
Immaginiamo per un attimo con quale meraviglia i greci, che approdarono con le loro navi per la prima volta su quella costa, potevano ammirare, ai suoi piedi, un paesaggio unico ed irresistibile immaginando il loro monte Olimpo di cui lo ricorda per forma.
Per loro questa era la terra prescelta, un posto che era l’òikos, casa o famiglia.
Sul versante orientale, rivolto verso la madre patria, sono presenti sedici grandi blocchi lapidei squadrati, compreso un architrave, inquadrabili in lavori di cultura greca.
Si presume che siano riconducibili al periodo magnogreco, resti di un’antica costruzione militare o di culto, la cui natura non è stata tutt’ora individuata.
Noi vogliamo immaginare che doveva fungere da dimora degli dei nella nuova terra per proteggerli, dedicando un tempio ad Apollo, forse il nome da cui nasce il nome Pollino.
Cosa ha portato ad edificare o meglio trasportare questi grossi massi rimane un mistero, ma a noi la fantasia non manca e vogliamo pensare quello che era la costa jonica ai tempi della Magna Grecia e cioè la nuova culla della civiltà.
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